Tra qualche giorno "dovrebbe" andare in votazione alla Camera la legge di iniziativa popolare con la quale tutte/i abbiamo vinto il referendum del Giugno 2011.
Una legge scritta da cittadine e cittadini, sulla quale sono state raccolte più di 400.000 firme in tutta Italia, depositata per due legislature in Parlamento in attesa che iniziasse la discussione.
Il percorso di questa legge non è stato affatto semplice in questi ultimi 12 anni!
Dopo il 2007 è stata una prima volta ritirata (pena il cestinamento a seguito di doppia legislatura passata in un cassetto), ripresentata da un gruppo interparlamentare nel 2013 e, in questa legislatura presentata una terza volta dal M5S.
Dopo il 2007 è stata una prima volta ritirata (pena il cestinamento a seguito di doppia legislatura passata in un cassetto), ripresentata da un gruppo interparlamentare nel 2013 e, in questa legislatura presentata una terza volta dal M5S.
Ora, grazie al voto di decretazione d'urgenza dello scorso Ottobre 2018, ci "dovremmo" essere, pur con enorme ritardo rispetto ai tempi dettati (un mese e mezzo) dalla data della decretazione.
Il testo della legge, per semplificarne i contenuti e quindi gli effetti che porterebbe se fosse approvata così come scritta, metterebbe la gestione dell'acqua fuori da ogni logica di profitto (per pochi) e la ricollocherebbe in mano agli Enti pubblici, quali i comuni, anche consorziati, (per tutti).
Quegli Enti che vengono definiti "di prossimità" per tutte/i le/i cittadine/i, non solo perchè più vicini a loro territorialmente ma anche (e sopratuttutto) perchè più facilmente controllabili da questi/e ultimi/e.
Una gestione veramente pubblica.
Senza utili / dividendi da spartirsi tra soci (anche pubblici) a fine anno, ma soldi eventualmente in avanzo che dovranno essere per forza di legge re-investiti nel servizio dato a tutte/i. A maggiore garanzia di un mantenimento degli investimenti da adottare per manutenere (e sicuramente migliorare) la rete idrica, che attualmente, risulta essere ancora un colabrodo, nonostante tutti i proclami fatti dagli attuali gestori che insistono che nulla cambi perchè grazie alla tariffa applicata negli ultimi anni, finalmente i risultati si incominciano a vedere, proprio negli investimenti fatti..........
Già.....la tariffa....questa sconosciuta (è proprio il caso di dirlo)!
Dettata dall'Autorità Nazionale, che dal 2011 ha ricevuto la delega (governo Berlusconi) per determinarla, elaborandone il metodo di calcolo (Luglio 2012 - governo Monti), la tariffa viene applicata agli utenti di ogni territorio ove opera un gestore (a seconda di come questo risulta organizzato per la gestione, ma comunque mai inferiore ai confini provinciali).
Peccato che questa Autorità Nazionale, altro non fa che gli interessi dei gestori, a spese nostre.
Con il metodo di calcolo, che dal primo momento abbiamo fortemente combattuto, perchè contiene sotto mentite spoglie quello che il referendum aveva abrogato con il secondo quesito, ovvero la remunerazione del capitale investito, l'Autorità inserisce in tariffa (applicando il principio "Tutti i costi in bolletta") una serie di voci che, se calcolata da un Ente pubblico, non esisterebbero, come:
- la quota per il funzionamento dell'Ambito territoriale dove opera il gestore,
- la quota per l'eventuale insolvenza del gestore,
- la quota per il funzionamento dell'Autorità nazionale (questa è veramente scandalosa...)
- il fondo per garantire l'erogazione agli utenti morosi
Tutte voci che sparirebbero se la delega al servizio idrico tornasse in capo al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Mare come stiamo chiedendo.
Il testo della legge, per semplificarne i contenuti e quindi gli effetti che porterebbe se fosse approvata così come scritta, metterebbe la gestione dell'acqua fuori da ogni logica di profitto (per pochi) e la ricollocherebbe in mano agli Enti pubblici, quali i comuni, anche consorziati, (per tutti).
Quegli Enti che vengono definiti "di prossimità" per tutte/i le/i cittadine/i, non solo perchè più vicini a loro territorialmente ma anche (e sopratuttutto) perchè più facilmente controllabili da questi/e ultimi/e.
Una gestione veramente pubblica.
Senza utili / dividendi da spartirsi tra soci (anche pubblici) a fine anno, ma soldi eventualmente in avanzo che dovranno essere per forza di legge re-investiti nel servizio dato a tutte/i. A maggiore garanzia di un mantenimento degli investimenti da adottare per manutenere (e sicuramente migliorare) la rete idrica, che attualmente, risulta essere ancora un colabrodo, nonostante tutti i proclami fatti dagli attuali gestori che insistono che nulla cambi perchè grazie alla tariffa applicata negli ultimi anni, finalmente i risultati si incominciano a vedere, proprio negli investimenti fatti..........
Già.....la tariffa....questa sconosciuta (è proprio il caso di dirlo)!
Dettata dall'Autorità Nazionale, che dal 2011 ha ricevuto la delega (governo Berlusconi) per determinarla, elaborandone il metodo di calcolo (Luglio 2012 - governo Monti), la tariffa viene applicata agli utenti di ogni territorio ove opera un gestore (a seconda di come questo risulta organizzato per la gestione, ma comunque mai inferiore ai confini provinciali).
Peccato che questa Autorità Nazionale, altro non fa che gli interessi dei gestori, a spese nostre.
Con il metodo di calcolo, che dal primo momento abbiamo fortemente combattuto, perchè contiene sotto mentite spoglie quello che il referendum aveva abrogato con il secondo quesito, ovvero la remunerazione del capitale investito, l'Autorità inserisce in tariffa (applicando il principio "Tutti i costi in bolletta") una serie di voci che, se calcolata da un Ente pubblico, non esisterebbero, come:
- la quota per il funzionamento dell'Ambito territoriale dove opera il gestore,
- la quota per l'eventuale insolvenza del gestore,
- la quota per il funzionamento dell'Autorità nazionale (questa è veramente scandalosa...)
- il fondo per garantire l'erogazione agli utenti morosi
Tutte voci che sparirebbero se la delega al servizio idrico tornasse in capo al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Mare come stiamo chiedendo.
Questi sono solo alcuni motivi per i quali ci auguriamo che la nostra legge sull'acqua venga votata così come scritta, in Aula.
Perchè riportandone la gestione in mano pubblica:
- sarebbe più a portata di mano dei cittadini e delle cittadine che avranno più mezzi a loro disposizione per dire la loro all'interno di momenti "aperti al pubblico" come commissioni o consigli comunali e non come consigli d'amministrazione di società "a porte chiuse";
- l'organizzazione territoriale potrà essere realizzata anche attorno a bacini (o sottobacini) idrici, più piccoli (e anche questi più controllabili) rispetto ai confini (minimi) provinciali attuali;
- l'erogazione del servizio sarebbe più democratico per tutti perchè verrebbe garantito il quantitativo minimo di 50 litri per persona di ogni singolo nucleo famigliare come stabilito dall'ONU,(e non come prevede l'Autorità per fattura da corrispondere al gestore);
- la tariffa sarebbe più democratica per tutti (e sicuramente più bassa) perchè portando i costi di gestione sotto la fiscalità generale, questa risponde al principio, sancito nella nostra Carta Costituzionale, della progressività contributiva. Più hai più paghi, meno hai meno paghi!
Una legge di tutti, una legge per tutti!
Perchè si scrive Acqua, ma si legge Democrazia!
Perchè riportandone la gestione in mano pubblica:
- sarebbe più a portata di mano dei cittadini e delle cittadine che avranno più mezzi a loro disposizione per dire la loro all'interno di momenti "aperti al pubblico" come commissioni o consigli comunali e non come consigli d'amministrazione di società "a porte chiuse";
- l'organizzazione territoriale potrà essere realizzata anche attorno a bacini (o sottobacini) idrici, più piccoli (e anche questi più controllabili) rispetto ai confini (minimi) provinciali attuali;
- l'erogazione del servizio sarebbe più democratico per tutti perchè verrebbe garantito il quantitativo minimo di 50 litri per persona di ogni singolo nucleo famigliare come stabilito dall'ONU,(e non come prevede l'Autorità per fattura da corrispondere al gestore);
- la tariffa sarebbe più democratica per tutti (e sicuramente più bassa) perchè portando i costi di gestione sotto la fiscalità generale, questa risponde al principio, sancito nella nostra Carta Costituzionale, della progressività contributiva. Più hai più paghi, meno hai meno paghi!
Una legge di tutti, una legge per tutti!
Perchè si scrive Acqua, ma si legge Democrazia!