Care/i,
l'emendamento al cosiddetto decreto
"Salva Roma" è stato approvato in Commissione Bilancio del Senato e oggi
il provvedimento è in discussione in Aula.
E' dunque urgente fare pressione su tutte le senatrici e i senatori affinchè si adoperino per il ritiro di quell'emendamento.
Per questo proponiamo di attivarsi subito con un mailbombing, in allegato le email dei senatori. Diffondiamo la notizia.
Questo il testo che si propone d'inviare:
Oggetto: Roma non si vende! Ritirare subito l'emendamento Lanzillotta
"Un
atto gravissimo è accaduto ieri nella Commissione bilancio
del Senato, con l'approvazione dell'emendamento con cui si obbliga alla
privatizzazione dei servizi pubblici locali di Roma. Un atto che è in
palese contrasto con l'esito del referendum del 2011 e con la volontà
popolare chiaramente espressa. Un
vero e proprio atto di guerra: ai beni comuni, ai diritti dei lavoratori e
dei cittadini, ai movimenti sociali e al futuro della
città.
Chiediamo con forza a tutte le senatrici e i senatori di votare contro e ritirare questo emendamento."
Nome e cognome, cittadino
A questo link, l'indirizzario dei senatori a cui inviare la mail.
Di seguito il testo completo dell'emendamento approvato al Senato:
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LANZILLOTTA,
ICHINO,
BULGARELLI,
BERTOROTTA,
LEZZI,
MANGILI,
COMAROLI
APPROVATO
Dopo il comma 5, aggiungere i seguenti:
«5-
bis. Il comune di Roma, entro 60 giorni dalla
conversione in legge del presente decreto, trasmette al MEF e al Parlamento un
rapporto che evidenzi le cause della formazione negli anni 2009-2012 del
disavanzo di bilancio di parte corrente nonché l'entità e la natura della massa
debitoria da trasferire alla gestione commissariale ai sensi del comma 5.
5-
ter. Il comune di Roma, contestualmente o successivamente
all'approvazione del bilancio di previsione per il 2014, adotta specifiche
delibere volte a:
1) estendere l'applicazione dei vincoli del patto di stabilità
interno a tutte le società partecipate direttamente o indirettamente, nonché
quelli in materia di assunzioni di personale e di acquisti di beni e
servizi;
2) dismettere ulteriori quote di società quotate in borsa
limitandosi a mantenere la quota di controllo;
3) operare una ricognizione dei fabbisogni di personale nelle
società da esso partecipate prevedendo, per quelle in perdita, licenziamenti per
motivi economici;
4) liberalizzare il servizio di trasporto pubblico locale,
raccolta dei rifiuti e spazzamento delle strade;
5) mettere in liquidazione tutte le società partecipate che non
abbiano come fine sociale prioritario attività di servizio pubblico».